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La bufera dei nostri cuori

Summary:

Shang Hua era una bambina che amava scrivere storie per poter scappare dai litigi dei suoi genitori.
Incontra una bambina persa, e per bontà d'animo, la aiuta. Ma i suoi la abbandonarono al monte Cang Qiong, senza poter salutare la sua amica. Quattro anni dopo Shang Qinghua sende dalla montagna e incontra una bella fata dai capelli bianchi come la neve che le ricorda la bambina persa di anni fa. Diventano amiche, Bai Xue Xian Zi e Shang Qinghua si incontrano in segreto fino ai loro diciassette anni quando i genitori di Shang Qinghua ritornano per comunicarle che diventerà proprietà della futura regina delle fate del deserto del Nord. E solo la sua amica Shen Yuan si preoccupa di come viene trattata e promette di andare a salvare se necessario.

Chapter 1: Inizio

Notes:

Ciao, è praticamente la mia prima fanfiction quindi non so quando pubblicherò il resto che devo ancora scrivere, senza contare la scuola, quindi ... Non so commentate se vi piace?
(Ritornerò a scrivere su questo capitolo perché non mi soddisfa molto ma se non pubblico Ao3 mi cancella la storia ) <3

Chapter Text

Le solite voci rimbombavano dall'altra parte della porta. Shang Hua non poteva fare altro che ascoltare e sperare che finissero presto di litigare.

"Perchè dovrei tenerla io, tu sei la donna!"

“E' tua figlia, ma so che preferisce quella sgualdrina!”

“Ti ricordo che sei te quella che mi ha tradito con un coltivatore di HuanHua per prima”

“Se ti importa della nostra relazione puoi tenere A-Hua ”

“Non mi sarebbe nemmeno utile, cosa altro fa oltre a inventarsi storie inutili!?”

“Sa pulire le stanze dove hai scopato “La mia brillante peonia” stronzo”

“Ma se quando sistemava la tua scrivania dopo “l'incontro diplomatico” con Xiao Guizu non riuscivamo a toglire nemmeno l'odore dei vostri fluidi…”

 

I rumori si ovattano e Shang Hua alza, uscendo dal rifugio sotto la scrivania, entra nel giardino.

Voleva andare lontano da quella casa.

Lontano da quelle due persone.

Scappò dal giardino, lasciandosi alle spalle le peonie rinsecchite ei pini imponenti, addentrandosi nelle strade della città non più innevata. Il manto soffice e bianco si stava ormai sciogliendo, con tratti di fango e terriccio. Non mancava troppo al tramonto ma l'aria fresca era piacevole per calmare il suo animo. Shang Hua camminò in giro osservando le nuvole che annunciavano una nuova nevicata. Il silenzio fu interrotto bruscamente dalle grida. “Dov'è andata quella bestia!?” urlò un coltivatore dalle vesti dorate di HuanHua. Nonostante l'unione del discepolo capo con l'imperatrice delle fate celestiali, la setta continuò a cacciare creatura ogni volta che una entrasse nel loro territorio, non importava di chi o cosa incontrassero. Shang Hua non voleva vederli in azione e si allontanò dalle loro voci. Vide, però, una piccola figura umanoide dai capelli e la pelle bianchi come la neve fuggire in un vicolo stretto e incuriosita Shang Hua la segui. 

E' una bambina della sua età con vestiti strappati e sporchi, il bordo vicino ai piedi era bruciato. La bambina si era accovacciata a terra con le ginocchia al petto e le mani sul suo volto per attutire i suoi lamenti e fermare le lacrime che scendevano da quegli occhi azzurro ghiaccio.

Shang Hua si avvicinò lentamente prendendo dalla sua veste un fazzoletto “Non ti inseguiranno ancora per molto, tranquilla” la bambina alzò la testa di scatto. Sofferenza, impotenza, paura e rabbia. Erano le sue emozioni più evidenti del suo volto. Shang Hua si sedette accanto a lei e le accarezzò i capelli, la bambina continuò ad osservarla in silenzio. “Il mio nome…” iniziò a dire Shang Hua ma la bambina le chiuse la bocca con la mano. I coltivatori di HuanHua si erano stancati di cercarla, non c'erano più rumori delle loro urla se non quelle di frustrazione di non aver finito il loro compito. “Perché?” poi guardando meglio il volto della bambina notò che le sue orecchie erano lunghe ed appuntite..

 La bambina è una fata.

E non si può far sapere ad una fata il proprio nome se non si vuole darle il controllo di sé o se non si vuole stringere un patto con lei dove però bisogna dare comunque qualcos'altro a sua scelta come, ad esempio, il tuo primogenito, un oggetto prezioso o un frutto raro da trovare. Erano le regole base per una convivenza tra fate ed umani dell'imperatrice TianLang-Jun delle fate celestiali e suo marito l'imperatore Su XiYan, emanate dopo il loro matrimonio. “Oh, scusa dovevo capirlo con quei coltivatori o anche i tuoi capelli bianchi, mi dispiace non dovevo disturbarti Bai Xue…” Shang Hua smise di parlare per un momento poi con più tremore nella sua voce continuò “Posso chiamarti così, visto che non possiamo presentarci, vuoi dei semi di melone? Ne tengo sempre da parte un sacchetto per ogni evenienza e, se posso sapere, come sei finita dalle parti della foresta del palazzo HuanHua? Hanno reso più volte esplicito che non… apprezzano l'unione tra la tua imperatrice e il loro, non più, discepolo capo Su XiYan Scusa se-se... Scusa se parlo un po' troppo, mi dispiace. Bai Xue la fissa inclinando la testa, almeno ha smesso di piangere. 

Shang Hua  tirò fuori dalla sua veste il sacchettino rosa con ricami di peonie che conteneva un due manciate di semi e si mise a mangiucchiare, lo porse poi a Bai Xue e con un attimo di esitazione accettò. Shang Hua  continuò a parlare ormai più a suo agio con la fata che ogni tanto rispondeva con accenni di capo o dei semplici versetti. Smisero di parlare quando notarono che il sole aveva già finito di tramontare. “Hai un posto dove stare per la notte?” Bai Xue scosse la testa “Se riesco a nasconderti, puoi stare da me!” Shang Hua  si alzò e tese la mano a Bai Xue “Almeno fino a che tua madre non venga a prenderti” Bai Xue la visione ma non accettò l'aiuto, alzandosi da sola tenendosi il fianco, era un poco più bassa di lei.

Bai Xue le stava dietro, seguendola a passi lenti e incerti. La luna era appena visibile con qualche stella intorno e le urla di casa sua si sentivano per strada, Shang Hua fece entrare Bai Xue nel giardino dietro casa che decise di arrampicarsi sui pini. Decisi che se ne sarebbe preoccupata la mattina seguente, adesso doveva occuparsi delle due persone ancora in casa che erano diventate, magicamente, quattro. He Laìdi, sua madre, era a braccia incrociate al petto, con un ghigno sul volto, affiancata dal coltivatore di HuanHua che bisticciava con Shang Hundan, suo padre, e la gentile signora Zhu MuDan che le regalava sempre dei semi di melone quando la incontrava o per mandarla via dalla casa per non avere già. 

Solo lei si accorse che Shang Hua era appena entrata nella stanza “Se posso dire la mia opinione sarebbe meglio parlarne domani, dopo una bella dormita, così spieghiamo bene, anche alla diretta interessata, la faccenda” disse Zhu Mudan avvicinandosi quel che basta per stare accanto a Shang Hua. Le altre tre persone smisero di parlare e si voltarono all'unisono a guardare ShangHua. Si guardarono poi negli occhi senza dire nulla poi He Laìdi ruppe il silenzio “Inizia già a preparare le tue cose, non starai più in questa casa”. Shang Hua annuì e se ne andò in camera sua a riordinare le sue vesti, i libri e il suo materiale per scrivere. Non sa quanto tempo è passato, ma torna Zhu Mudan con un vassoio di cibo non completamente raffreddato davanti alla sua porta. “Posso entrare?” Shang Hua prende dalle sue mani il vassoio tiepido e lo appoggia alla sua scrivania, libera dai suoi soliti fogli e pulisce dalle sue macchie di inchiostro. “Grazie… Hai altri semi di melone?” Shang Hua non vuole piangere, sapeva che non sarebbe rimasta per sempre in quella casa, si aspettava un matrimonio di tradizione con qualcuno del Palazzo di HuanHua forse a quindici anni  ma non… 

“Verrai mandata alla montagna Cang Ciong sul picco An Ding” disse Zhu Mudan abbracciando Shang Hua. “Oh, quindi non mi sposo, grazie” disse in un sussurrò abbracciando l'hanfu rosa. Rimasero così per un po'. Poi Zhu Mudan le augurò la buona notte e le lasciò un nuovo sacchetto, stavolta azzurro, no, forse verde acqua, pieno di semi di melone. Uscì dalla sua stanza solo quando fu certa che Zhu Mudan fosse andata dall'altro Shang, e si recò al giardino sotto al pino dove si era arrampicata Bai Xue che vedendola arrivare scese con grazia dall'albero. “Mia madre è arrivata” disse con le labbra Bai Xue. Shang Hua non sapere che rispondere si mise a piangere lacrime silenziose “Ci incontreremo ancora?” chiese in un lamento soffocato. “Sì, Cangshu-jie” le risponde Bai Xue prima di sparire con l'arrivo di una folata di vento gelido. Non riuscì ad afferrarla e la sua nuova amica sembrò diventare dei fiocchi di neve trasportati dal vento.

Il coltivatore Xiao Guizu entrò nel giardino sguainando la spada, ma trovò solo Shang Hua che piangeva e le si avvicinò. “Devi ringraziarmi, se io ei miei compagni non avevamo combattuto contro quella bestia te saresti morta, non hai la stoffa per diventare un vero coltivatore come il sottoscritto ma puoi renderti utile come uno dei servi di An Ding che non fanno che lavorare, perché chi ti vorrebbe come moglie, forse come concubina di un mio amico se chiedo” le disse riponendo la spada nel suo fodero. Shang Hua smise di piangere e fisso il coltivatore, si inchinò frettolosamente e senza aspettare risposta corse in camera sua, a mangiare la cena ormai fredda.

“E domani sarà un nuovo giorno…” e finì poi di sistemare le sue poche robe. Alla mattina del giorno dopo all'alba  entrò nella carro e durante l'attesa del viaggio si mise a scrivere di una fata della neve che combatte contro i coltivatori di HuanHua per salvare la sua amica un criceto mannaro. 

E arrivò alla montagna in un giorno e mezzo.