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Characters:
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Language:
Italiano
Stats:
Published:
2025-12-19
Words:
724
Chapters:
1/1
Kudos:
20
Bookmarks:
4
Hits:
289

Simul stabunt, Simul cadent

Summary:

1. Se non avete ancora visto il finale della S3, contiene SPOILER.
2. Se l'avete visto, è una piccola carezza (spero) ❤️ 
3. Ero a tanto così da intitolarla Simuel stabunt, simuel cadent 💀

Disponibile anche su Wattpad, nella raccolta One Shots "Miniatures" (https://www.wattpad.com/myworks/405364204-simuel-one-shots-miniatures).

Notes:

Qualsiasi feedback è gradito e benvenuto!

(See the end of the work for more notes.)

Work Text:

Simone è piuttosto sicuro di essere l'unico essere umano a conoscere il suono di Manuel quando è rilassato. Il fruscio ovattato delle pagine che scorrono una dopo l'altra mentre divora il suo libro, silenzioso e concentrato e rapito dalle parole che sta leggendo. Il respiro distratto di quanto semplicemente non ci pensa, semplicemente esiste, senza l'ansia di essere qualcosa o di aiutare qualcuno. Persino i capelli di Manuel sembrano meno folli in questi ultimi minuti su suolo romano.

Simone cataloga ogni cosa. Le mani calme, serene. Lo scorrere dei polpastrelli sulla carta quando gira le pagine. I pensieri quieti, silenziosi, anni luce dal vociare continuo a cui l'ha abituato da tre anni a questa parte.

Simone si dà del cretino da solo. Come se i pensieri di un altro facessero davvero rumore. 

Eppure, pensa, Simone deve avere una specie di timpano sulla punta delle dita, in ogni centimetro di epidermide, perché lui lo sente, l'ha sempre sentito. E l'ha messo da parte, ha messo da parte ogni cosa, per calmarlo, per custodirlo.

L'assistente di volo chiude le cappelliere ma è un rumore lontano, indistinto.

Manuel lascia cadere il libro sulle sue gambe e si volta a guardarlo, stiracchiandosi sulla poltrona insolitamente larga dell'aereo, gentile concessione della carta di credito di Nicola Brandi. Il suo piede urta il polpaccio di Simone, sotto la fila di sedili davanti a loro, e semplicemente resta lì. I suoi lineamenti si addolciscono. Per l'ennesima volta, una piccola parte del cuore di Simone si scioglie assistendo allo spettacolo raro di un Manuel che non ha bisogno di essere da nessun'altra parte.

Simone si chiede se suo padre e sua nonna e sua madre e Viola abbiano sentito il respiro che Manuel ha trattenuto quando sono comparsi al gate con Sofia tra le braccia e L'enciclopedia filosofica tra le mani - "Cambia pure Paese, ma portati dietro il cervello, Manuel, hai capito? Hai capito che ti ho detto?". Il modo in cui il suo battito ha accelerato per l'emozione quando gli hanno messo il libro fra le mani e lo hanno circondato in un abbraccio che sapeva di famiglia, lì in mezzo ai tabelloni delle partenze.

Si può davvero sentire il suono del cuore di qualcuno che batte?

"Oh."

"Eh."

"So' così interessante da guardare?"

E poi c'è quella cosa che fa da quando è tornato. Gli occhi che sfiorano quelli di Simone e non sfuggono più. Lo sguardo che percorre le linee del suo viso, scende lungo la linea del naso, gli si impiglia sulle labbra e Simone -  cazzo - Simone le sente prendere fuoco e tremare, reagendo a... qualunque cosa sia, questa cosa... Qualcosa che Simone, comunque, non sa bene come maneggiare.

Manuel respira in modo regolare e silenzioso, e Simone si accorge di sorridere solo per quello: inspirazioni ed espirazioni che non lo agitano né lo scaldano, lo rendono solo calmo e affamato di più di questo – questa quiete, questo Manuel – qualcosa che desidera tenere tutto per sé.

Manuel allunga un braccio cercando i capelli di Simone con la mano, lo guarda con gli occhi di un bambino curioso e sereno.

Simone respira profondamente, cercando la propria, di quiete. E' una parola. In realtà, è abbastanza sicuro di stare impazzendo ormai, chiude gli occhi ma giurerebbe di sentire il suono del sorriso di Manuel. Riempie l'aria dell'aereo come una candela che prende fuoco, si diffonde dallo stoppino delle sue labbra e si irradia tutt'intorno – un tipo di elettricità che non scoppietta né accende incendi, ti fa solo sentire a casa, si insinua tra gli spazi vuoti, arriva agli occhi e scaccia la paura.

E la luce non fa rumore, la luce è persino più veloce del suono.

E Simone deve essere davvero un cretino se pensa di poter sentire Manuel sorridere, senza nemmeno guardarlo, ma sente la mano tra i suoi capelli, il calore del corpo di Manuel ad un bracciolo di distanza dal suo, e deve ammettere che l'Inghilterra, il futuro, l'università, niente gli fa davvero paura. Ma 'ndo vado senza di te.

Le dita di Manuel scendono ad accennare una carezza sulla mascella, dove Simone sta facendo crescere un'ombra di barba e lo costringe a riaprire gli occhi. 

Dopo la famiglia, la maturità, l'estate, gli amici, questo è per loro.
La loro Londra, il loro viaggio.

Manuel e Simone, nella stessa direzione.

Ma 'ndo andiamo senza di noi.

Notes:

PS: Sì. Si chiama Sofia, non Barbara. Spiace.