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Con questa storia partecipo alla The First wealth Is health/ Fuori challenge del gruppo Hurt/confort su Facebook!
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La luna a NYC quella sera era altissima nel cielo, sembrava un fascio di luce pallida che si infrangeva nello specchio delle mille luci al neon delle insegne e dei maxi schermi.
La notte era calma e pacifica ovunque, anche nella città che non dorme mai, la città dalle mille insegne, dai grattacieli enormi.
Gli unici rumori che si udivano erano le auto che andavano e venivano sulla strada e lo sferragliare dei vagoni della metropolitana.
Le persone avanzavano rapide sui marciapiedi, ognuno di loro desideroso di raggiungere rapidamente il posto dove era diretto, di tornare da chi amava, di raggiungere un letto dove poter dormire, finalmente.
Nessuno, assolutamente nessuno notò le condutture dell' acqua rifulgere di rosso vivo, come le illuminazioni di Natale, nessuno di loro notò un liquido rosso acceso correre nell' acqua e raggiungere rapidamente le fontane e il grande lago proprio al centro del polmone verde della città, il Central Park...
Nei sotterranei di quella grande città, in un covo ben nascosto, quattro tartarughe mutanti, fratelli l uno con l altro, erano a cena con il loro maestro e padre adottivo, mutante anch egli, e completamente assorbiti da una discussione molto concitata:
"Vi dico che è assolutamente e completamente impossibile!" Sentenziò Donnie, il terzo di loro, con la maschera viola, il piccolo genio e nerd della famiglia, allungando un bicchiere e facendosi servire dal fratello li vicino, Raf, con la bandana rossa, che replicò scocciato:
"Donnie, se ti dico che hai ragione, mi passi il sale ?"
Ma Donnie quasi non lo udi e bevendo a garganella quel bicchiere di acqua, riprese la sua filippica infervorato, tra alzate al cielo di occhi e sospiri dei fratelli.
"Sentite, è biologia, pure anche elementare: la struttura corporea degli uomini non è adatta a volare! In primis, non hanno le ossa cave come gli uccelli, due non hanno la muscolatura adatta ne il fisico adatto ad avere delle ali..."
"Donnie, ma ti rendi conto che stiamo parlando di Superman come se fosse una cosa vera e invece, sorpresa, non lo è! È un fumetto!" disse Leo, il maggiore dei quattro con la maschera blu, riuscendo a entrare nel delirio del fratello, mentre il più piccolo di loro, Michelangelo, maschera arancione e un concentrato di gioia di vivere tutto dentro il suo corpo, saltò sulla sedia, asserendo:
"E soprattutto, parli di cose impossibili che non possono succedere... E noi allora???? Guardaci, cazzo, fratello, siamo la fottuta personificazione dell.impossibile!"
A quella parole, Donnie roteò gli occhi al cielo, anche dietro gli occhiali da vista:
"È diverso per noi! Noi siamo MUTANTI! Siamo così perché siamo entrati in contatto con un mutageno!"
"ANCHE LUI!!!!" urlarono a un unica voce i fratelli, facendo infervorare Donnie, che scandi bene la voce:
"CLARK-KENT- E- UN- ALIENO! NON-UN-MUTANTE!"
"In.ogni caso, fratelli, siamo dei maleducati, è un ora che parliamo di cazzate e Sensei non ha ancora aperto bocca, scusaci Sensei!" Disse Leo risoluto, facendo calare finalmente il silenzio a tavola.
Tre voci si unirono alla sua in un unico mormorio:
"Si, scusaci, Sensei..."
Ma Splinter non era offeso di non essere stato incluso in quella sciocca conversazione dei figli adottivi.
In primis perché ci capiva davvero poco di fumetti, i suoi interessi oltre al ninjutsu erano la.maglia.e.le.soap.opera.
E due, ora che i suoi figli collaboravano con la.polizia di NYC per sgominare l' ascesa del clan del Piede anche fuori dall America, capitava spesso che tutti loro fossero fuori casa per settimane, se non addirittura per mesi.
E per quanto la sola compagnia del loro gatto, Klunk e un po' di silenzio, senza musica ad alto volume, urla, discussioni, scherzi di bassa lega e litigi, tutte cose che avvenivano almeno una volta al.giorno tra due di loro se non tra tutti e quattro, ogni tanto gli facesse davvero piacere, riaverli tutti a casa e gioire dei loro diciott'anni pieni di vita, della loro bella giovinezza piena di ideali e valori e del loro desiderio di cambiare il mondo era tutto ciò che desiderava di più e glielo disse:
"State tranquilli, figli miei, sono felice di riavervi a casa con me, solo questo conta per me, mi mancate sempre quando siete via, anche se è giusto che viviate la vostra vita... Questa sera uscirete in supervisione?"
Tutti e quattro i figli annuirono, con Micky che puntò un dito verso Raf:
"Si, ma nulla di che, solito giro, solo il dongiovanni qui presente dopo la pattuglia si fermerà dalla sua bella..."
Raf, conosciuto proprio per essere molto poco solare, grugnì verso il fratellino bocca larga e si rivolse al padre;
"Si, Sensei, dopo vado a trovare Lisa, nonfaròtardiquestavoltaloprometto..."
Splinter, che casualmente aveva messo proprio in quel momento il suo bastone in bella vista, annui;
"Molto bene, ti conviene ubbidire questa volta, Raffaello figlio mio, o non solo ti toccherà questo bastone ma anche la pulizia del dojo per un mese intero, chiaro?"
"Si, padre..." Borbottò Raf, che con le regole aveva un rapporto di odio/amore continue, mentre si udi da lontano il trillo di una videochiamata da uno dei computer di Donnie nella sua postazione tecnologica.
Donnie guardò i fratelli e Sensei in maniera interrogativa e si recò a rispondere, vedendo il viso dell Ispettore Rebecca Vincent del NYPD comparire sullo schermo:
Donnie accese il suo auricolare e le cuffie, onnipresenti sulla sua testa, e rispose:
"Buonasera Ispettore, tutto bene?"
"Buonasera Donatello, dimmi che tu e i tuoi fratelli siete liberi stasera..."
Il tono preoccupato dell Ispettore preoccupò Donnie che rispose subito:
"Si certo che lo siamo, perché?"
Nel frattempo, silenziosamente, i fratelli e Splinter si erano recati in ascolto di quella conversazione dietro la sedia girevole di Donnie:
"Non sappiamo ancora bene di cosa si tratti, ma l acqua del Central.Park, dalle fontane al.laghetto è stata contaminata da un liquido rosso che sta trasformando tutti gli animali della zona in mutanti come voi..."
"In mutanti?????" Urlarono a una sola voce i fratelli Hamato, mentre Rebecca annuì;
"Temiamo che la situazione possa degenerare, per questo abbiamo bisogno del.vostro aiuto... Maestro Splinter, può aiutarci anche lei che è abilissimo nel.combattimento?"
"Ma certo, Ispettore, se posso essere anche io d aiuto, ben.volentieri..." disse Splinter sereno, facendo sorridere tutti i suoi figli, che si sentivano sempre.in una botte di ferro quando il padre era lì con loro.
"Bene, ci vediamo a Centrale Park tra mezz'ora, ci aspettiamo!'
La chiamata si interruppe, mentre Leo sospirò e si girò verso i fratelli e il padre, asserendo tranquillamente:
"Ragazzi, come era la cosa che non avevamo niente da fare stanotte? Raf, mi sa che ti conviene fare venire Lisa con noi..."
Chapter 2: Non sei un mostro
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Con questa storia partecipo alla challenge Anti ferragosto del gruppo Hurt/Confort di Facebook
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"Beh, devo ammettere che è l appuntamento più originale al quale io abbia mai partecipato..." Sussurrò Lisa divertita, stretta a Raf, le loro braccia che si toccavano dentro il van della polizia appostato fuori da Central park.
"Lo so che preferivi la passeggiata romantica con la cioccolata e gli zuccherini sopra, ma ahimè ti è andata male..." Le mormorò di rimando Raf guardandola in maniera eloquente, ma il dolce momento tra i due venne interrotto da Micky, poco distante da loro, che sbraitò, facendo il gesto di infilare due dita in gola:
"Bleeeeeah! Siete rivoltanti, voi due, sul serio, se volete pomiciare prendetevi una stanza in un motel, che cazzo! Già fa un freddo dell accidente, non metteteci anche voi!"
"Giuro che lo vendo al circo, veramente..." Mormorò Raf alzando gli occhi al cielo a Lisa che scoppiò a ridere:
"'Ci sono abituata, cosa credi? Ho due fratelli anche io e per Grace sei il dito in culo con cui sto..."
"Uh, simpatica, me lo ricorderò quando dovrò comprarle un donuts..." Disse ancora Raf, prendendosi un occhiata molto eloquente da April, la loro amica giornalista e prestando finalmente attenzione con la fidanzata al monitor di Donnie seduto davanti a lui, con vicino Leo, Sensei e l ispettore Vincent.
"Ecco, ecco! Li ho localizzati! Sono ancora per fortuna tutti dentro il parco, nessuno ha preso le strade della città, per ora!" Mormorò Donnie, digitando alcuni tasti sul PC che inquadrarono una serie di figure sfocate dentro quella specie di zoo improvvisato che era diventato il polmone verde di NYC.
Fuori da lì, quella serata d inverno era serena ma gelida, l'aria fredda entrava dentro i finestrini del van, densa di nebbia rossastra che filtrava dai tombini e dalle pozzanghere.
Le luci della polizia illuminavano a intermittenza le recinzioni improvvisate attorno alle cancellate, quasi in pieno stile Ghostbusters e il caffè caldo scorreva a fiumi per dare un po' di sollievo agli agenti posizionato alle varie entrate nel parco.
"La cosa buona è che noi a quanto pare risultiamo immuni a questo mutageno..." Osservò Splinter, mentre Donnie annuì;
"Si e meno male Sensei, non so davvero cosa saremmo diventati se in qualche maniera avesse reagito con il nostro DNA..."
"Ma chi può aver fatto una cosa simile? E perché?" Domandò Rebecca sempre a Donnie, che mormorò, tirando su gli occhiali sul naso:
"Temo sia stato Stockman, ispettore, per conto di Shredder. La TGRI è famosa per questo, ne sappiamo qualcosa tutti noi..."
" E il perché glielo dico io. Depistamento. Sicuramente hanno in mente qualcosa e il creare dei nuovi mutanti crea indubbiamente un diversivo per combinare qualche cazzata..." Disse Leo risoluto, facendo annuire tutti quanti sul van, soprattutto April che asserri;
"Non è il primo caso di mutazione che ci viene segnalato al canale 6, ma per ora erano tutti casi di lieve entità, non ci è sembrato il caso di dare subito l allarme..."
Casey, il loro amico vigilante e compagno di April, tirandosi seduto bene sulla sedia, domandò perplesso:
"E non possiamo fare nulla per aiutare quelle povere bestie?
"Ma certo che si!" Disse Donnie, afferrando al volo dal suo zaino una specie di lavagnetta portatile, sulla quale iniziò a scrivere tutta una serie di calcoli rapidissimi, parlottando con sé stesso a lungo, tra gli sguardi sia ammirati che perplessi di tutti, finché infine non sentenziò;"...Se riusciamo a sintetizzare un agente antimutageno usando il composto base del TGRI, potremo riportare quelle creature al loro stato originario senza danni collaterali. È scienza elementare!”
Cadde il silenzio nel.van, un silenzio decisamente perplesso.
“Elementare un corno… non ho capito nulla...” borbottò sottovoce Casey a Micky che scoppiò a ridere;
“Tranquillo, fratello Anch’io non ci ho capito niente… ma detto da Donnie suona sempre fico!"
"Ma dai, ma è banale!" Sbottò Donnie malamente, con Lisa che gli mise una mano sulla spalla:
"Dai, ragazzi è vero! Se cambiamo l' agente mutageno malato con un agente sano, il DNA si ricrea e tutto torna normale!"
A quel parole, Donnie alzò le braccia al cielo:
"Ma meno male che qualcuno mi capisce, grazie Lisa!"
"Quella intelligente sei tu della coppia, meno male..." Mormorò Raf a Lisa, facendole l.occhiolino e facendola sorridere, mentre Splinter poggiò delicatamente la mano sulla testa di Donnie, sussurrandogli fiero:
"Non te la prendere, figlio mio. Sai che, anche quando non capiamo tutto, ci fidiamo di te. Sasuga*, Donatello..."
Ma quel momento sereno venne interrotto bruscamente da un boato improvviso che scosse la barriera metallica, udibile fin da li.
Gli agenti alzarono le torce e gli scudi antisommossa, illuminando un branco di cervi mutanti dalle corna iridescenti che, senza troppi complimenti, sfondò la recinzione, seguito da un paio di piccioni grossi quanto tacchini, intenti a trotterellare e a lanciare acute grida.
Il cellulare del Ispettore suonò e la donna si affrettò a rispondere all agente:
“Ispettore, abbiamo una falla! Stanno scappando in città!”
"Interveniamo subito, Mitchell!" Rispose risoluta la donna al sottoposto, mentre Leo estrasse in un colpo solo le katane dal fodero sul suo carapace, parlando in maniera autorevole:
“Ragazzi, piano B. Dividiamoci. Non possiamo lasciarli spargere il caos.”
Splinter, annuì, con calma solenne, afferrando anche lui la sua katana, ancora lucente e meravigliosa come la sua anima.
“Se sei d' accordo, Leonardo, io, Michelangelo e Casey ci occuperemo delle creature che sono già fuggite. Voi restate qui, e tu, Donatello, porta le tue ricerche al laboratorio della polizia.”
"Si, padre, facciamo così!" Annuì Leo, mentre il maestro, Michelangelo che esultò con un qualcosa di simile a:"Evviva, almeno mi muovo un po' prima di diventare un ghiacciolo al limone!" e Casey lasciarono velocemente il van, insieme all Ispettore che raggiunse i suoi sottoposti.
Donnie, a quella prospettiva, si illuminò a festa. Quella serata stava prendendo una piega decisamente meravigliosa.
“Perfetto, mi serve solo un posto attrezzato.April, vieni con me.” disse scrocchiando le dita e prendendo sottobraccio April che scosse bonariamente la testa, salendo sul furgone dei fratelli Hamato, borbottando rassegnata:
“Non so perché, ma so già che me ne pentirò.” Il van e le auto della polizia si dispersero, Donnie ed April andarono via promettendo di tenersi in contatto e Leo, Raf e Lisa rimasero nella zona del parco, in allerta, tutti e tre con le armi alla.mano, con Raf che borbottò appena: "Ci mancavano solo i cervi a Central Park, veramente..."
Il silenzio restò vivido per un istante, interrotto all improvviso da un ringhio profondo che risuonò nella nebbia.
Lisa, stringendo la sua naginata, disse a bassa voce:
“Non sembra il verso di un cervo…”
Raf, parandosi davanti a lei, sguainò entrambi i Sai borbottando:
“No. Quello è un predatore.”
Dalle ombre, infatti, emerse un gigantesco lupo mutante.
Quello che si parò davanti ai tre guerrieri fu l ombra di pastore tedesco trasformato in una creatura alta due metri, con occhi gialli e zanne scintillanti, i peli marroni e neri arruffati, macchiati dal mutageno in chiazze rosse iridescenti.
Il lupo ringhiò, avanzando lentamente verso di loro, mostrando una lunga scia di denti bianchissimi e grondanti di saliva.
"Ecco adesso abbiamo anche il lupo, fantastico, non sapevo di aver pagato il biglietto del circo Orfei senza volerlo..." disse Raf scocciato, con Leo al suo fianco, calmo ma teso, intento a sussurargli
“Stai pronto, Raf. Non sarà un incontro facile... Anche tu, Lisa. Non avere paura..."
"Non ho paura, Leo. Sono pronta..." Sussurrò di.rimando Lisa, risoluta, le mani strette sulla sua arma, osservando dalla spalla.del.fidanzato quel lupo che, con una mossa fulminea, scattò verso di loro con una velocità impressionante.
Leo riuscì a parare il primo affondo, ma senza quasi accorgersene venne sbalzato a terra.
La caduta sul marciapiede fu imprevista e dolorosa.
Leo rialzò appena la testa, notando i segni di un morso sopra il suo braccio che iniziò a sanguinare, mentre quella creatura mutante si preparó ad azzannarlo di nuovo.
"Leo!!!!! No!!!!" Urlò Raf, facendo scudo al fratello bloccando con Lisa il lupo ai fianchi, rotolando con lui sull asfalto duro e freddo.
La creatura ringhiò, dimenandosi, ma i due non lo mollarono, ogni singolo muscolo di entrambi era volto a sedare quella creatura.
La colluttazione durò a lungo , tra le urla di Leo e i versi di sforzo di Lisa, finché Raf guardò un momento quel lupo negli occhi e non percepí astio o aggressività o desiderio di volere la loro morte.
No.
Raf percepí una cosa che odiava provare, una cosa che, volente o nolente, faceva parte di lui ormai, da quasi diciotto anni a quella parte.
Raf percepì la paura.
Quel lupo aveva solo una paura fottuta.
La stessa che ebbe lui, molti anni fa, quando finì nelle fogne con i suoi fratelli, toccò con le sue zampette una sostanza verde iridescente e tutto il suo mondo si capovolse in un istante, gli crebbero braccia e gambe, provò dolori lancinanti, la fame, il freddo, il disorientamento.
E paura.
Tanta, tantissima paura.
Così, in una mossa consapevolmente rischiosa, gli prese il muso e, lottando ferocemente per non essere azzannato alla gola, gli parlò con fare amichevole ma autoritario.
"Buono. Buono, amico. Stai buono. Ascoltami. Sono Raffaello. Mi vedi? Sono anche io come te! Quello che stavi per fare fuori è mio fratello, Leonardo, lei è la mia fidanzata, Lisa. Siamo tutti mutanti, compresi altri due nostri fratelli e nostro padre. Quindi so cosa stai provando ora! Lo so! Ci sono passato che ero solo un cucciolo!
Lo so che è orribile, nessuno ti capisce meglio di me. Anzi, fa schifo. Si fa proprio schifo! Fa schifo perché fa malissimo, ti crescono estremità che non pensavi di avere...Lo so! Lo so, cazzo, ascoltami! E hai una paura fottuta, non sai più chi sei,non sai cosa ti succederà, è vero che fa schifo, davvero!
Ma quello che posso dirti è che prima o poi farà un po' meno schifo e che soprattutto noi siamo qui per aiutarti! Davvero!"
“Raf ha ragione! Fidati di noi! Lo so che ora non lo pensi, ma non sei un mostro. Non è colpa tua quello che è successo! Respira… ricorda chi sei davvero.” gli disse Lisa, tenendolo per la collottola con voce ferma ma gentile allo stesso tempo, mentre Raf, annaspando e continuando a tenere la.presa, biascicò un qualcosa di simile a:
“Sì, bello, ascoltala! Non è questo che sei! Non sei un’arma, capito? Sei un essere vivente! Meriti rispetto!”
A quelle parole il lupo esitò per la prima volta,le fauci a pochi centimetri dalla gola di Raf.
Per un istante sembra riconoscere qualcosa… forse un’eco del cane che fu, prima di quella mutazione.
Un bravo cane, un cane da soccorso andato in pensione, che amava passeggiare la sera nei dintorni di Central Park a passeggio col suo padrone perché sperava di poter spillare qualche wusterl dai rivenditori di hot dog tutt attorno al perimetro del parco.
Il ringhio che finora era stato persistente si affievolì in un lamento basso, un lieve mugolio di dolore.
Leo, ancora a terra, tenendosi il braccio sanguinante, osservò quella scena con un mezzo sorriso, sussurrando:
“Funziona… Incredibile..."
Lentamente, il lupo lasciò la presa sul petto di Raf, accucciandosi a terra, le orecchie basse, mugolando piano piano, lasciando che Lisa lo carezzasse piano tra le orecchie, sussurrandogli dolcemente:
"Shhhhh, bello, shhhhh. Sei un bravo cane. Bravissimo, davvero. Shhhhh, shhhh. Lisa è qui..."
Raf sorrise di quel suo solito sorriso sghembo alla fidanzata, che era sempre bellissima ai suoi occhi nonostante i lunghi capelli castani arruffati e il giubbotto in pelle.strappato, si rialzò in piedi e raggiunse Leo, aiutandolo a mettersi in piedi:
"Come stai, Leo?" Gli mormorò, vedendo il fratello sorridere:
"Sto bene. Una mossa azzardata, ma ha funzionato. Sono fiero di te, Raf..."
"Solo io posso picchiarti, fratello, lo sai. Non morderti però...vieni, troviamo un punto dove medicarti..." Disse Raf ridendo e dando una pacca sulla spalla al fratello, il quale venne però avvicinato proprio da quel lupo che, piagnucolando piano piano, prese a leccargli la ferita sul braccio, sorprendendo tutti quanti quando una voce gutturale e sofferente uscì dalle sue fauci, due parole appena:
"Mi...di...spiace..."
Leo guardò sia Lisa che Raf in silenzio, prima di inginocchiarsi davanti al lupo, carezzandogli la testa:
"Non è nulla. Solo un piccolo morso. Ho superato di peggio credimi. È tutto a posto..."
"Il...mio... padrone..." Biascicò ancora il lupo, con quei suoi occhi grandi pieni di tristezza, un emozione che tutti loro potevano comprendere, avendola provata per molto tempo:
"Lo troveremo. Stai tranquillo. Ora aggiustiamo tutto. Sai i nostri nomi, te li ha detti Raf. Tu ne hai uno?"
Alla domanda di Leo, il lupo alzò la testa, un lampo di consapevolezza dolorosa negli occhi:
"Carter...mi...chiamano Carter..."
*Espressione usata in Giappone per fare un complimento a una persona nella quale si ripongono alte aspettative
Nickychan on Chapter 1 Sun 21 Sep 2025 03:13PM UTC
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Donniegirl88 on Chapter 1 Sun 21 Sep 2025 04:18PM UTC
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